lunedì 13 aprile 2015

Cronache del Romics: un'odissea lunga due giornate

Ciao, amori belli di mamma, come state? Io uccisa, sono reduce da due interi giorni di Romics e mi andrebbe di passare almeno una settimana stravaccata sul letto a giocare a Fantasy Life, invece mi toccano gli esami, che meraviglia. Visto che mi ci trovo, farò anch'io il mio reportage, giusto perché non mi va di ripassare per la quarta volta la scuola Kano.

Dunque, partiamo dal principio: quest'anno ci sono toccati solo due giorni, sia perché non ce la facevamo anche gli altri giorni, sia perché insomma, sono tre anni che ci andiamo, andare tutti i giorni, a meno che non si abbiano quattro cosplay diversi non ne vale la pena, mica è Lucca, del resto. Pronta e pimpante già alle 7 di mattina (eh, come no!), mi avvio verso casa di Kerow (la mia compagnuccia di cosplay) e ci mettiamo tipo tre ore a prepararci, ché stuccarsi la faccia con otto strati di fondotinta e due litri di eyeliner non è cosa da poco. Una volta finito e arrivato il resto del gruppo, ci dirigiamo verso la fiera, ovviamente in treno, data la nostra natura di fuorisede squattrinati; dopo aver preso a cazzotti qualche ragazzetto esagitato con la maglietta di Favij, siamo riusciti a entrare e a giungere finalmente nel luogo agognato: aaaahhhh, che bello, si entra, non prima però di aver calpestato i marmocchi col cartello Free Hugs che occupavano la fila per il biglietto cosplay al grido di "Levatevi, merde!" Ero una Chii molto poco in character, lo ammetto.

Una volta dentro, andiamo alla zona degli specchi per incontrare un po' di gente: ecco, quando volete mettervi d'accordo con qualche amico per vedervi al Romics NON dite "Ci vediamo agli specchi", ché tanto non vi trovate, siate specifici, tipo "Ci vediamo al primo angolo sulla sinistra vicino alla zona d'ombra, aspe', quando arrivi?, perché se è mezzogiorno l'ombra sta da tutt'altra parte, vedi di arrivare prima, sennò non ci troviamo". In seguito ci facciamo il consueto giro per stand, e io e Kerow ci fiondiamo allo stand della Shockdom per comprare Cotton Tales di Loputyn e farcelo autografare: purtroppo al momento era in pausa pranzo, ma noi senza vergogna ci siamo messe a fare le poste tipo i bambini delle elementari con la più carina della classe. E lei è veramente, ma veramente carinissima, oltre che bravissima a disegnare, alla fine ha fatto a tutte e due una bella dedica con disegno, ecco la mia.


Quindi, dato che dopo otto ore a digiuno cominciavamo ad avere un certo languorino, abbiamo speso venti euro a persona di calzoni e arancini surgelati, non è che fosse poi molto, è solo che venivano 5 euro l'uno.
Abbiamo ripreso il treno intorno alle 18 e 30, anzi, no, abbiamo cominciato a fare la fila per il treno alle 18 e 30, ma in realtà siamo riusciti a prenderlo un paio d'ore dopo, nel frattempo avevamo perso due organi a persona e l'uso temporaneo delle gambe. E questo è tutto per il sabato.

E si arriva a domenica. Abbandonati i panni di Chii e Sakura, vestiamo quelli di Reisi e Mikoto di K Project, decisamente più comodi, pure se io sono stata una furba: il giorno prima sono morta di freddo, il giorno dopo a momenti mi squagliavo dal caldo.
Stessa tiritera per il treno, solo con più Free Hugs in giro, e dunque più sberle da distribuire, per il resto tutto nella norma, fila e entrata in fiera.
E siamo di nuovo agli specchi, con altre nostre amiche che hanno portato K ci mettiamo a fare un po' di foto (che al momento sono in fase piallatura violenta di connotati con Photoshop, specialmente le mie), per poi ritrovarci di nuovo dentro agli stand. Io per poco non morivo dall'afa là dentro, ma capisco che con ottanta gradi tre strati di maglie non aiutino, nonostante tutto sono riuscita a recuperare una collana con i macaron da Pucciolandia e una bella penna per kanji da Sakurashu, uniche cose che ho preso durante questa fiera oltre al fumetto; tutto sommato, come avevo scritto in precedenza, ormai il Romics a livello di acquisti per me non offre più poi molto, preferisco acquistare altrove se posso.
Riusciamo a tornare a casa intorno alle 19 e 30, sempre dopo esserci fatti massacrare dalla fila. Mai più treni, mai più.

Quindi, bilancio: non ho comprato molto, ma la dedica di Loputyn vale tutto, alla fine siamo riuscite a farci un bel po' di foto con cui riempire il profilo di Worldcosplay (al più presto un aggiornamento, quindi se siete interessati il link è sopra, pure se non ve ne frega nulla passate perché sì) ma abbiamo deciso che il Romics è un po'... ecco, come dire, peggiorato, dopo tre anni non vale più tanto la pena.
Questo è il mio bottino.


A voi com'è andata la fiera? Vi siete divertiti? Avete comprato il mondo? Mi state dicendo che devo farmi i fatti miei? Vabbè, chiedevo, cafoni.

P.S.: In verità avrei avuto un budget molto meno limitato per il Romics, se non avessi deciso qualche giorno prima di comprarmi la mega-ultra-uberfiga edizione limitata 1000 pezzi de "I cieli di Escaflowne".


giovedì 2 aprile 2015

Il kawaii, ovvero quando si riempiono le wishlist di roba inutile ma estremamente carina

Rilakkuma, con i suoi amikyetti Korilakkuma e Kiiroitori, emblematici personaggi kawaii

Oggi vorrei parlare di un dramma serio. Una piaga che colpisce ultimamente parecchie persone, in particolare ragazze, e specialmente chi, come me, ha enormi problemi di accumulo compulsivo di oggetti, tra fumetti, dvd, figures, giochi, tipo che tra un po' dentro casa mia non ci entro più. Ecco, solo che, mentre in questi casi si tratta di cose che alla fin fine hanno una loro utilità predefinita, c'è una categoria di oggetti che di utile non ha nulla o quasi, ma che si lascia acquistare con estrema facilità grazie al design e alle figure che ipnotizzano il disgraziato compratore che vede tutto ciò e non capisce più una ceppa: sto parlando, ovviamente, dei gadget C-C-C-CAUAII (termine preso in prestito dalla sempre sul pezzo Avril Lavigne, grazie, Avril, ora puoi tornare a fare la finta punk, ché in versione "Jpop de' noantri" non ti si può guardare).

Dunque, che sarebbe il kawaii? Kawaii è una parola giapponese che indica qualcosa di carino, piccolo, infantile. I personaggi sono quindi estremamente pucci e coccolosi, il più delle volte animaletti, che non hanno altro scopo a parte quello di attirare povere avventrici di stand alle fiere come me che non appena vedono un pacchetto di fazzoletti con sopra una di queste mascotte non riescono ad esprimersi in altri modi se non "Awwwwwww" oppure "Uiiiiiii checccarino *w*", e puntualmente scuciono i regolari tre o quattro euro necessari per avere questo meraviglioso pacchettino decorato con all'interno ben 2 fazzoletti! Poi ci si riflette e si realizza che alla stessa cifra ci si compravano tre pacchi da dieci al supermercato, ma a quel punto il danno è fatto, e vuoi mettere che "ci sta Hello Kitty!!1!11!!1!"?


Sì, insomma, alla fine io avevo davvero bisogno di un portatessere. Cioè, sennò la tessera sconto dei tramezzini al bar dove la mettevo? Sì, beh, prima ce l'avevo comunque nel portafoglio, ma il portatessere ha tuuuutta un'altra utilità. Oh, insomma, è di Rilakkuma, che volete??

Proprio in questi giorni, in seguito al mio compleanno, ho deciso di farmi qualche regalo. Caso ha voluto che, dopo mesi passati a disperarmi perché per il mio modello di cellulare non si trovava uno straccio di cover decente, su Amazon sono capitata sulla pagina della cover di Rilakkuma. O meglio, credo sia un tarocco, perché di originali ne esistono solo per Iphone e i Samsung principali, ma insomma, è solo che non c'ha la scrittina sulla panza e per il resto è uguale, e poi per il mio modello non esiste, quindi 'sti cavoli. Ovviamente l'ho presa senza se e senza ma. Il dramma ora è che sono entrata nel mio solito loop collezionistico, una malattia brutta brutta brutta per cui quando comincio con una cosa poi voglio una raccolta di almeno 800 pezzi simili. E quindi via, subito a cercare altre cover, su Ebay, Aliexpress, Amazon, ovunque.


Insieme a questa ho preso anche una cover a forma di audiocassetta, che fa molto vintage

Ma il colpo di grazia si riceve quando si va su Modes4u. Si passa un attimo su questo sito per dare un'occhiata e magicamente ci si ritrova col portafoglio svuotato, con la scusa del "eh, ma tanto le cose costano poco" "ma con minimo 60 euro di spesa ci sono le spedizioni gratis!" e per risparmiare due euro ci si ritrova ad averne spesi sessanta e passa in minchiate, come portasalviette, articoli di cancelleria, album per adesivi e adesivi annessi, borsette e peluche. Tutta roba bellissima, però. Io intanto l'album per adesivi l'ho messo in lista, sappiatelo.